Tutto a proposito del Doppiopetto

Il doppiopetto ha avuto una riscoperta incredibile negli ultimi anni anche tra il pubblico più giovane. Sveliamo qualche curiosità e togliamoci qualche dubbio.

Mi viene chiesto moltissime volte, sono troppo longilineo per indossare un doppiopetto? Sono troppo basso? Sono troppo giovane?

Ma la prima domanda da porci è: da dove arriva il doppiopetto?

La genesi di questo modello arriva dal mondo navale, e più precisamente da quello che ancora oggi chiamiamo peacoat, un giubbotto con due lembi frontali di tessuto sovrapposti e chiusura 8/4, cioè 8 bottoni di cui 4 funzionali e utilizzabili. Teniamo a mente come viene conteggiato questo rapporto, perché il doppiopetto tradizionale e diffuso maggiormente è un 6/2.

Vi mostro visivamente cosa significa 6/2, su 6 bottoni, due hanno la propria asola e si possono abbottonare.

Un’altra variazione che potete vedere, soprattutto nella tradizione sartoriale del Sud Italia, è il 6/1 in cui si abbottona solo 1 bottone. Questo dona un look molto più rilassato, ha uno scollo più accentuato, ma è anche un più difficile da portare perché dal punto di vista delle proporzioni, sposta otticamente il baricentro di una persona più in basso.

Vi dico una cosa, anch’io anni fa, all’inizio del mio viaggio all’interno della tradizione sartoriale e alla riscoperta della qualità artigianale di questi bellissimi capi, non mi sentivo a mio agio, pensavo che fosse più per i banchieri, per le persone più realizzate di me, e magari anche più in la con l’età. E invece se un doppiopetto calza bene, su misura, ben tagliato, realizzato specificatamente per te, ti da una sensazione incredibile, difficile da spiegare ma ti fa sentire quasi invincibile, infatti nel gergo americano si parla molto spesso di “power suit” proprio a significare questo.

Perché dico ben tagliato?

Perché questo è il punto principale del doppiopetto. Il fatto che sia realizzato specificatamente su di te, altrimenti molte volte è meglio lasciar stare. Se non è fatto bene, si vede subito. Ci sono infatti, svariati aspetti, rispetto ad una abbottonatura monopetto, che devono essere accuratamente bilanciati e adattati al tuo corpo, come ad esempio la lunghezza, l’altezza della abbottonatura, i fianchi posteriori,..

Inoltre essendoci più tessuto, è più complessa la geometria del modello.

Proprio per questo motivo è difficile da trovare nel ready to wear.

Una cosa importante da dire è che se da allacciato si nota una leggera tensione, ovviamente non troppa, questo significa è ben tagliato per te, altrimenti significa che è visualmente troppo largo per te, specialmente poi quando è aperto.

Un’altra cosa è che il doppiopetto è nato per avere i reverse a lancia. Ho visto delle persone che magari volevano giocare con il loro stile e avere un doppiopetto con revers a notch o a scialle, ma tra me e voi, il risultato era bruttino e fuori posto. Quindi, niente reverse tradizionali, solo a lancia.

Parliamo un attimo di proporzioni e tipologie di corpo.

Se sei alto, lo puoi usare moltissimo ed è molto gradevole per giocare sul piano orizzontale della tua silhouette.

Per una persona più corpulenta, suggerisco specificatamente di andare da un sarto. Questo proprio perché per farlo abbottonare accuratamente è necessario piu tessuto e se poi magari questa persona ha le gambe magre, c’è il rischio che questo extra tessuto della giacca faccia un effetto un po’ “gonna”.

In caso di una persona estremamente alta, si può modificare la proporzione spostando i primi bottoni e posizionandoli più in alto.

La regola più importante, che vorrei esprimere nei miei video, è che la dimensione e la proporzione del tuo corpo possono guidare la scelta di un abito e c’è sempre una soluzione per modificare la percezione visiva sia per allungare verticalmente o orizzontalmente il proprio aspetto. Infatti si può giocare con i reverse, con i bottoni e i vari elementi della giacca.

Aggiungiamo un altro fatto, tra le regole non scritte di come indossare il doppiopetto c’è la norma di tenerlo abbottonato, se si è in piedi. Da seduti ovviamente sbottonato e sbottonato se nelle sue versioni più estive (lino, lane estive,..).

Un’altra regola è di non abbottonare mai l’ultimo bottone.

Ma da dove arriva questa usanza? Pare che derivi dal Re Edward VII all’inizio del 20 secolo, sovrano conosciuto anche con il nomignolo di Bertie, da cui prende il nome il nodo della cravatta Old Bertie, ma questa è un’altra storia.

Il motivo per cui non si abbottona mai l’ultimo bottone deriva dal fatto che lui era talmente corpulento e grande che era impossibilitato nel chiudere tutti gli ultimi bottoni dei suoi indumenti, quindi per compiacere il re, tutta la corte decise di imporre questa regola per non farlo sentire in imbarazzo. Tutti iniziarono a imitarlo e pare proprio che questa convenzione venga da lì.

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